Buongiorno,
come state?
Qui un po’ come sugli alberi le foglie.
Prima di raccontarvi perché vi do un po’ di comunicazioni di servizio e di appuntamenti in merito a dove incontrarci e vederci:
-Martedì dalle 17 in poi all’Università Cattolica di Milano (aula G.011) ospite di Associazione Diplomatici Unicatt a parlare delle conseguenze geopolitiche delle elezioni USA;
-Mercoledì dalle 18 e 30 alle 20 a Roma ospite di Spin Time Labs a parlare di comunicazione politica americana;
- Sabato alle 14 e 30 a Milano ospite dello spazio ISPI a Book City a parlare di ‘Età dell’incertezza’.
Detto questo, la newsletter.
La vittoria di Trump era una cosa decisamente prevedibile ma che, da allocca che sono, non avevo previsto. O meglio sì, la avevo prevista, ma non la avevo veramente presa in considerazione. Mi sembrava troppo esiziale, troppo brutta, troppo contraria alla logica. E quindi anche se ho passato settimane a dire in giro che era possibile, in cuor mio, pensavo che non lo fosse.
Ma appunto, si sa, io sono un po’ allocca.
Però devo dire che sono in buona compagnia: un sacco di gente, parecchio più titolata di me, non la aveva prevista, o comunque non la aveva considerata possibile.
Tanto per cominciare non la aveva prevista l’Unione Europea.
E questo è un problema. Perchè se succede a me una cosa che non avevo previsto, mi nascondo per tre giorni sotto il piumone e buonanotte. Se succede all’Europa, no. Non credo esistano piumoni abbastanza grandi
.
Quindi ora che si fa?
Per ora niente. Mancano più di due mesi all’insediamento di Trump e possiamo prevedere che Joe Biden li trascorrerà a mettere in sicurezza quel poco che può, mentre l’Europa, altrettanto probabilmente, li passerà a invocare clemenza e pietà. Magari funziona.
Al momento nessuno ha idea di come sarà la prossima presidenza di Trump.
E quando dico nessuno, intendo proprio nessuno. Probabilmente nemmeno lui.
Donald Trump è un leader per definizione erratico e privo di ideologia. Agisce sulla base dell’istinto e della convenienza istantanea. Non ha una griglia ideologica all’interno della quale si muove.
In questo il suo è un caso unico al mondo.
Può essere (è improbabile ma può essere) che dopo aver fatto un’intera campagna a sbraitare contro la ‘bufala del cambiamento climatico’ domani si svegli e dica che i pannelli solari sono il futuro e guai a chi non li installa.
Oppure può essere che dopo aver detto che ‘dazi’ è la sua parola preferita faccia quattro conti, veda che non gli conviene e lasci perdere.
Insomma, davvero, non lo sa nessuno.
Quindi non arrovelliamoci su questa cosa, perchè davvero è come leggere le foglie del the.
Concentriamoci su quello che sappiamo.
questi sono i dati relativi alla bilancia commerciale USA UE
Vuol dire che gli USA sono il posto a cui vendiamo la maggior parte dei nostri beni e servizi e vuol dire che noi siamo il posto da cui gli USA comprano più beni e servizi. Una partita commerciale non da poco tra la prima e la terza economia del mondo.
E se Trump mette i dazi? Se Trump mette i dazi per noi sarà più costoso vendere i nostri beni agli Stati Uniti. Il che significa che sarà anche piuttosto inutile. Questo perchè i dazi sono tasse. E queste tasse in più che i commercianti europei che vendono cose agli americani dovranno pur recuperarle da qualche parte. E questa parte inevitabilmente sarà il prezzo di vendita. Una vendita che, rincarando, inevitabilmente si ridurrà per volumi e valori.
Lo stesso vale al contrario: se Trump mette i dazi, verosimilmente noi risponderemmo con i controdazi sulle merci americane. E il giochino si romperebbe anche per loro.
Ma c’è un problema: se guardiamo il valore di quello che l’UE vende agli USA, scopriamo che questo vale il 20% dell’export europeo. Se invece guardiamo il valore di quello che gli USA vendono a noi, scopriamo che vale il 10% dell’export americano.
Quindi come potete intuire, il peso della cosa sarebbe diverso per le due economie.
Ah, e poi c’è un altro problema. Ve lo ricordate il gas? Quello che prima compravamo dalla Russia e poi abbiamo smesso di comprare dalla Russia perché eccetera eccetera. Ecco: sapete chi è diventato il nostro maggior fornitore di gas e petrolio al posto della Russia? Gli Stati Uniti.
tutta la faccenda Ucraina
Trump ha promesso di chiudere la guerra in 24 ore (e il fatto che l’ipotesi sia piuttosto remota, almeno per ora, sembra l’unica cosa sulla quela Putin e Zelenski sono d’accordo); il suo vice JD Vance ha detto e ripetuto che occorre fermare subito gli invii di armi e soldi all’Ucraina. Il che probabilmente renderà molto concreta l’ipotesi di chiudere la guerra in tempi molto brevi.
Questo perché se questo dovesse succedere, ossia se gli Stati Uniti smetteranno di sostenere l’Ucraina, verosimilmente la guerra finirà in tempi brevi. E non sappiamo se, trovandosi di fronte un nemico disarmato, Putin si ‘accontenterà’ dell’est del Paese che già controlla, o se andrà avanti.
Però, ribadisco: non sappiamo nemmeno se Trump deciderà davvero di chiudere con l’Ucraina. Per quel che ne sappiamo potrebbe anche svegliars domani e decidere che Zelenski è il suo migliore amico.
Davvero, con Trump non si sa.
In tutto questo però si sa che l’UE è di fatto disarmata. Nel senso letterale del termine. Non ha abbastanza armi nè un sistema militare che possa proteggere lei stessa, figuriamoci qualcun’altro.
La stabilità politica dell’UE
Trump, come dicevamo, non ha ideologia. Ma è il simbolo di una ideologia. L’ideologia di chi pensa, a ragione o a torto, che il mondo così com’è non funziona. (Non è questa la sede per discutere se è vero o non è vero).
In Europa le persone che sono tifose di Trump sono, allo stesso modo, le persone che pensano che il mondo così com’è non funzioni. E che votano quanto di più vicino possibile ci sia, a queste latitudini, a Donald Trump. Ossia tutti i movimenti di rottura. Non c’è bisogno che ve ne faccia l’elenco. È sufficiente guardiate i nome dei partiti che meglio sono andati alle elezioni degli ultimi anni .
Questi vari movimenti sono molto diversi tra loro, ma hanno alcune cose in comune: 1) sono generalmente di destra (anche quando fanno finta di essere di sinistra); 2) ce l’hanno con l’UE, pensano che dovrebbe essere smantellata o quanto meno depotenziata.
Ecco, questi movimenti vari, che già sono molto forti, prenderanno inevitabilmente forza e slancio dalla vittoria di Trump che, per forza di cose ed evidenza dei fatti, è ora il politico egemone di questo periodo storico. Diciamo, volgarmente, che ‘va di moda’.
E soprattutto avranno gioco facilissimo. Perchè l’Europa sta facendo quello che hanno fatto Biden e Harris in questi mesi di campagna elettorale: andavano dalla gente incazzata perchè non riusciva a fare la spesa dicendo ‘ma no, ohibò, l’economia è migliorata, guarda che bel PIL paffutello che abbiamo’. E alla gente incazzata, giustamente, non gliene frega niente del PIL.
La gente vuole fare la spesa senza impiccarsi.
E se non riesce a fare la spesa, sai che c’è?, non gliene frega niente nemmeno della democrazia e dei diritti. “Cosa mi ha portato il tuo bel mondo democratico? Che faccio due lavori e non posso permettermi un pacco di biscotti? Beh, tante grazie, ma tienitela la tua democrazia”. E così ha votato scientemente uno che promette esplicitamente di voler essere un autocrate, ma, mentre lo fa, di abbassare i prezzi.
Le persone americane, anche quelle che votano Trump, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono fasciste, o sciroccate, o violente. Anzi: dalla mia piccolissima esperienza sono spesso persone molto carine.
Ma sono persone che non si raccapezzano più nel mondo; sono persone per le quali uno standard di vita decente, normale e scontato fino a qualche anno fa (una casa, dei progetti, un pacco di biscotti, qualche risparmio) appare impossibile, proibitivo, escluso.
E dunque, per quale ragione mai avrebbero dovuto scegliere, con il loro voto, di proteggere un sistema da cui non si sono sentiti protetti?
Non sto dicendo che non li ha protetti, perchè sarebbe ingiusto. Ma dal quale non si sono sentiti protetti. E nella vita, si sa, conta il percepito.
E il paradosso è che dal sistema attuale, liberale, democratico ecc, si sono sentite così poco protette e rappresentate che hanno scelto la protezione di un tizio che non riesce a dire due frasi coerenti in fila. Ma nel cui caos verbale, nella cui grettezza persino, hanno trovato eco alle loro istanze, richieste, paure. Istanze, richieste, paure che magari, pure loro, sono confuse e un po’ grette. Ma, oh, quelle sono. O voi avete paure chiare, coerenti ed eleganti?
Immaginate un bambino che piange perché ha paura del buio. Trump è andato lì e gli ha detto ‘ok non dormire, tieni la luce accesa e guarda i video su youtube tutta la notte, e domani non vai a scuola’.
I democratici, invece, sono andati lì e gli hanno detto con molta calma e compostezza che non c’è niente da aver paura e che dall’armadio non esce niente. Adesso dormi e non fare casino.
Secondo voi, al bambino, chi starà più simpatico? Ecco.
Il voto a Trump, per quanto a mio parere esiziale e irreparabile, è del tutto comprensibile.
C’è una frase di Trump che mi ha molto colpito “Per quelli di voi che sono stati dimenticati e a cui le cose sono andate storte: io sono la vostra ricompensa”. Ecco.
In Europa non abbiamo Trump, ma abbiamo dei personaggi molto simili. Che promettono le stesse fandonie, dicono le stesse falsità e hanno la stessa idea approssimativa della moralità.
Allo stesso modo abbiamo delle istitizioni algide e una sinistra che non ci prova nemmeno. Anzi, che ci prova così poco che viene persino il dubbio che non le interessi proprio provarci.
E dunque con quale arroganza, in virtù di quale pensiero magico, le istituzioni Europee, pensano di reggere altri quattro anni di Trump?
A quale titolo? Per quale merito? Perchè il PIL cresce? Perché stiamo salvando il mondo un tappo di plastica alla volta? Perché, di preciso?
C’è una lettura di tutta questa faccenda che mi fa, per così dire, saltare la mosca la naso.
Quella che dice che ‘Adesso l’Europa deve svegliarsi’.
Ecco.
La ragione per cui mi inalbero quando sento questa cosa è che l’Europa non è un’adolescente che ha preso un brutto voto o a cui la vita ha impartito una bella ramanzina e ‘adesso deve svegliarsi’.
No. L’Europa è un sistema politico con trent’anni di onorato servizio alle spalle e che, oggi, è frutto di trent’anni di scelte precedenti.
Trump, tanto per dirne una, è in giro dal 2015. Sono quasi dieci anni. E nessuno, a partire da me, ha più il diritto di definirsi sorpreso.
Tanto meno l’Europa. E a voi per caso risulta che l’Europa, dal 2015 in poi, nonostante Brexit, nonostante quattro anni di Trump, nonostante la guerra, si sia data ‘una svegliata’? A voi risulta che i partiti anti UE, populisti, sovranisti, estremisti e compagnia cantando siano stati messi nell’angoloe smascherati nelle loro bugie? O vi risulta che, invece, si siano rafforzati?
Questo come dicevamo anche la settimana scorsa, non è solo responsabilità dell’Europa. L’Europa non vota. Lo facciamo noi.
L’Europa però avrebbe dovuto rendersi più attraente, agli occhi degli elettori, di chi invece promette e invoca lasua distruzione. Avrebbe dovuto rendersi più solida, credibile, volitiva quando ne aveva il tempo.
Non lo ha fatto. E ora altro che darsi una svegliata. Il sole è alto.
Ci sentiamo domenica prossima
Luciana.