La Spada nella Roccia - Buone notizie per tutti i gusti
Mercoledì la Commissione Europea ha avuto la fiducia dal Parlamento. E lo ha fatto con il margine più risicato di sempre. È una buona notizia. Il problema è che lo è da qualunque lato la si guardi.
Buongiorno,
come state?
La newsletter di oggi sarà piena di buone notizie, sia che siate di destra, sia che siate di sinistra, sia che vi piaccia l’Europa, sia che non la possiate sopportare. Quindi, di queste buone notizie, qualcuna vi piacerà, qualcuna no. Qualcuna vi sembrerà buona, qualcun’altra pessima.
Prima, però, un paio di annunci:
Annuncio 1) per chi di voi mi legge da Reggio Emilia e dintorni, domani alle 19 sarò a Reggio Emilia, ospite di Digital Freaks, alle Officine Creative Reggiane. Parleremo, ovviamente, di Europa. Se siete in zona, passate a salutare.
Annuncio 2) Ho capito come importare i vecchi numeri (5 anni!) della newsletter sul nuovo sistema. Ora che l’ho capito non resta che farlo. Lo farò, promesso. (realisticamente durante le vacanze di Natale).
Detto questo, via con la newsletter vera e propria.
Partiamo dalla prima buona notizia.
Oggi è il primo dicembre, inizia l’avvento ed entra ufficialmente in funzione la nuova Commissione Europea, la Von der Leyen bis. Auguri!.
Il chi è chi di tutti i Commissari lo avevo già fatto qualche settimana fa, e lo trovate qui se volete un ripassone.
La Commissione entra in funzione oggi perché lo scorso mercoledì è stata votata dal Parlamento Europeo. Il voto ha segnato la maggioranza più risicata di sempre per un voto alla Commissione: 10 voti appena.
E anche questa, paradossalmente, è una buona notizia. Più giù vi dico perché.
Ma prima urge aprire una parentesi.
L’approvazione di questa Commissione, come sapete, è stata singolarmente controversa.
La ragione per cui lo è stata, però, è piuttosto scema, cioè la presenza (con ruolo di vicepresidente esecutivo!) di Raffaele Fitto.
La faccio breve così ce la togliamo subito davanti:
-Fitto è un pericoloso fascista? No.
-Fitto è la figura più di destra di questa Commissione? No. O meglio: nominalmente sì (perché appartiene al gruppo di destra ECR), ma nei fatti assolutamente no (c’è il Commissario Ungherese, c’è quella Croata, quello Slovacco, quello Austriaco….In confronto a loro Fitto sembra uno appena uscito da un centro sociale).
-Fitto milita in un partito che ha l’oscena fiamma post fascista nel simbolo? Sì.
-Questo partito che ha l’oscena fiamma postfascista nel simbolo ha vinto legalmente le elezioni ed è legittimamente alla guida del governo di un paese europeo? Sì.
-Fitto è stato indicato da un governo democraticamente eletto di un Paese europeo? Sì.
-Fitto ha passato l’esame delle comimssioni parlamentari? Sì
-Il nome di Fitto era blindato da un accordo tra i partiti di maggioranza? Sì.
-Quindi Fitto ha tutto il diritto di essere dov’è? Sì.
Fine della questione.
Poi certo si può pensare che sia anomalo che l’esponente di un partito che anche se non è esplicitamente euroscettico è quantomeno ‘eurodiffidente’ sieda nel ruolo di vicepresidente della Commissione. Ma anomalo non significa illegittimo.
E nella vita, si può pensare tutto, ma non si può fare tutto.
È per questo che esistono le regole.
E le regole in questo caso dicono che il governo di ogni paese europeo ha il diritto e pure il dovere di indicare il nome di un Commissario. E nel farlo è sovrano. E Giorgia Meloni, che le elezioni non le ha rubate ma le ha legittimamente vinte, ha tutto il diritto e il dovere di indicare chi le pare.
E questo “chi le pare”, una volta nominato, prima di diventare Commissario, deve passare un esame del Parlamento che ne valuta idoneità, eventuali conflitti di interesse, eccetera. Se il signor ‘chi le pare’ passa l’esame (e Fitto lo ha passato) non c’è ragione al mondo per i partiti che sostegono la Commissione di non votarlo.
Quindi chi si spertica in lodi per gli esponenti PD che non hanno votato la commissione (Cecilia Strada e Andrea Tarquinio), chi sostiene che il PD, o addirittura il PSE intero!, avrebbe dovuto chiamarsi fuori dalla questione dice una cosa legittima, perchè tutte le opinioni lo sono, ma strampalata. Perchè nella figura di Raffaele Fitto non ci sono profili di illegittimità. Di anomalia, forse. Di inopportunità, certamente. Ma non di illeggittimità.
Fine della parentesi.
Da adesso in poi, solo buone notizie.
Il passaggio della Commissione è una buona notizia se siete persone di sinistra.
Perchè al suo interno ha dei nomi che sono anche dei pesi massimi: Teresa Ribera (anche lei vicepresidente) Wopke Hoekstra, Dan Jorgensen, Kaja Kallas, Andrius Kubilius. Davvero, sono dei fuori classe e hanno in mano le deleghe più importanti (vi rimetto qui il link al chi è chi, nel caso non aveste cliccato prima).
Non solo, ma ci sono i numeri che possono farvi sorridere.
Lo scorso luglio, ricorderete, si è votato per la sola Presidenza. In pratica il Parlamento, a luglio, ha votato solo sul nome di Ursula Von der Leyen, in bianco. La Commissione non esisteva ancora, i nomi dei Commissari non c’erano.
Si votava solo il sì o il no a Ursula Von der Leyen.
In quell’occasione, a votare fu una maggioranza di sinistra- centro, in cui i numeri più grandi ce li aveva il partito di centro PPE, ma a dare le carte vere erano Liberali, Socialisti e Verdi. In quell’occasione la maggioranza fu di 401 voti su 720, il che significa che il margine era stato di 40 voti.
Questa volta, invece, il PPE hacercato di capire se c’era la possibilità di spostare il baricentro del Parlamento da sinistra a destra. E il risultato è stato un risicatissimo margine di 10 voti.
Cosa significa? Significa che questo giochino di spostare l’asse del Parlamento non si può fare.
Dopo che per mesi il Partito Socialista Europeo ha osservato il PPE che amoreggiava con la destra conservatrice, alla fine, è andato al vedo. E in mano il PPE aveva una stiminzita maggioranza di 10 voti appena. Il che significa niente di niente.
Nel Parlamento Europeo non esistono maggioranze diverse da quella con i Socialisti e i Liberali. E il PPE se ne dovrà fare una ragione.
Il passaggio della commisione è una buona notizia se siete di destra.
Io non so Giorgia Meloni da dove l’avete tirata fuori, ma bravi. Davvero.
Non è facile guidare un governo piuttosto mediocre e vagamente euroscettico, con una componente addirittura sovranista e anti UE e, nonostante questo, convincere il più importante partito europeo e la presidente della Commissione stessa a rischiare l’osso del collo per voi. Invece, Giorgia Meloni c’è riuscita. Chapeau, davvero.
E non è tutto.
Se si osserva con attenzione il quadro si vede anche qualche microscossa tellurica.
Meno di un mese fa Trump (di cui Giorgia Meloni è amica e che ha apertamente sostenuto) ha vinto le elezioni facendo temere all’Europa per la sua stessa esistenza. E cosa ha fatto Giorgia Meloni? Abile come un gatto è saltata giù dal carro trumpiano per saltare su quello dell’Europa e dire: “Ehi, volete una che parli con Trump? Eccomi”.
Non solo: negli ultimi giorni, senza dire una parola, ha iniziato a far litigare su una cosa a caso (il canone RAI? Ma davvero?) i suoi due alleati di maggioranza, quello centrista e quello sovranista e, sempre senza dire un fiato, ha dato a intendere di preferire il centrismo di Forza Italia al populismo sovranista della Lega.
Come se si volesse disfare di Salvini.
E non è finita: qualche giorno fa si è messa d’accordo con PD e AVS perché si ricominci almeno a parlare di finanziamento pubblico dei partiti ( che, detto fra noi, prima arriva meglio è).
Ha aperto un canale di dialogo con il Partito Popolare Europeo (di entrare, per adesso, non se ne parla, ma tra qualche anno, chissà….). E sempre senza dire una parola ha iniziato a far circolare la voce che prima o poi quella oscena fiamma potrebbe persino sparire dal simbolo.
Insomma, brava oh. Niente da dire.
Il via libera alla Commissone è una buona notizia se siete dei ferventi europeisti.
Perchè se non fosse passata sarebbe stata una catastrofe.
Bocciare una Commissione Europea significa che a) si ricomincia il giro, ed è una faccenda di mesi, non se ne sarebbe venuti a capo prima della primavera, b) il Parlamento avrebbe sconfessato non solo la decisione del Consiglio che aveva indicato Von der Leyen, ma anche quella dei singoli governi dei singoli Paesi che avevano indicato i Commissari.
Le conseguenze sarebbero state inimmaginabili.
E non solo perchè si sarebbe aperta una crisi istituzionale gravissima che avrebbe fatto stracci della credibilità delle istituzioni europee. Ma perché la crisi sarebbe stata quasi impossibile da ricucire, per di più in un periodo di tensioni enormi come sono quelle di questi mesi, con Trump che fa già casino prima ancora di essersi insediato, la Russia che gioca con i missili e con chissà che altro, e la Cina in agitazione per i dazi.
Un bel momento per litigare e far crollare tutto. E per cosa? Per Fitto? Maddai.
Il via libera alla Commissione è una buona notizia se siete dei sovranisti e di Unione Europea non volete nemmeno sentir parlare.
Ho ascoltato il discorso con cui Ursula Von der Leyen ha presentato la Commissione.
Ebbene: era imbarazzante per quanto fosse superficiale, vuoto, arrangiato.
In pratica Von der Leyen, che in genere con i discorsi va fortissimo, ha passato un’ora a spiegare le deleghe e a presentare, come se fosse Carlo Conti, i Commissari delegati.
Una cosa tipo: ‘Ci occuperemo di Bilancio. E a farlo per noi ci sarà il mitico Valdiiiiiiiis Dooooooombrovskis!!!”.
Ok, sto esagerando. Ma solo un pochino. Perché nella sostanza è andata così.
Ma perchè UVdL ha fatto un discorso così debole, lei che in genere con i discorsi è fortissima?
Perché probabilmente non sapeva nemmeno lei che cosa dire.
Il punto è che in questo momento l’Europa appare terribilmente inadeguata al tempo che le si pone davanti.
E non è solo questione di Trump o non Trump. Si certo è anche questione di Trump, perché oggi tutto è questione di Trump. Ma non c’è solo questo. C’è anche altro.
Ci sono le opinioni pubbliche disgregate, c’è la guerra, ci sono le fake news, i sabotaggi informatici, i dazi, il lavoro che non si sa. C’è la gente. Gente che in parte sì, ha il cervello bollito via dalle fake news, ma che in parte è in vera difficoltà.
E così, mentre sentivo quel discorso noiosissimo, ho pensato all’orchestra del Titanic.
Ho pensato a quanto fosse stonata l’aria ovattata e sospesa dei corridoi del Parlamento Europeo nel clangore di questi mesi.
Mi sono chiesta cosa potessero pensare le persone, vedendo quel discorso. Quel discorso che non parlava di loro.
Mi sono chiesta cosa potessero pensarne i cassintegrati di Mirafiori, chi aspetta sei mesi per una visita, le persone che vivono nelle periferie complicate, i pendolari dei treni in ritardo, gli attivisti per il clima, le donne vittime di violenza, gli agricoltori, le imprese che hanno bisogno di credito, le gente sotto le bombe a Kiev, Vladimir Putin dalla sua dacia.
Insomma, quel discorso non conteneva nessuna risposta al mucchio di domande che sono nell’aria. E la ragione per cui in quel discorso non c’era nessuna risposta, è che probabilmente, neppure l’Europa ce le ha, queste risposte. O magari ce le ha, ma non riesce a dirle.
Ma forse non è nemmeno questo il problema.
Il problema vero, forse, è che, come dicevamo, l’Europa si sta rivelando inadeguata a questo tempo. Non sta sta riuscendo a essere un’istituzione di questo tempo e per questo tempo.
E quindi, cari amici antieuropeisti, avete di che brindare. Così com’è l’Europa non va da nessuna parte.
Se si rinnova e cambia passo, chissà.
Ma se rimane così, avete ragione voi, non si va da nessuna parte.
Ora mi fermo.
Grazie per aver letto fin qui.
Ci vediamo domenica prossima.
Luciana